Con una breve deviazione dal percorso (1,9 + 1,9 km) è possibile visitare il paese, con svariati motivi di interesse. 1,3 km dopo [3.4] prendere Contrada Santa Maria delle Grazie sulla sinistra; per il ritorno seguire lo stesso percorso.

A metà strada tra mare e monti, il paese della ceramica e di Leguminaria

Salite su una collina al tramonto. Tutti hanno bisogno ogni tanto di una prospettiva e lì la troverete.
(Rob Sagendorph)

Situato nella valle del torrente Monocchia, esattamente a metà tra il mare e i monti, Appignano si presenta con il nucleo medievale ben conservato ancora cinto dall’antica cerchia muraria, da cui svetta un campanile cuspidato quattrocentesco. Centro agricolo ed industriale, il paese è noto per l’artigianato della ceramica, qui prodotta da più di 500 anni, ed è conosciuto per la produzione e la vendita di mobili.
Le sue origini sono remote e le prime attestazioni risalgono all’epoca della dominazione romana. Nel corso del tempo il borgo è entrato a far parte dello Stato Pontificio, per poi convergere nel Regno d’Italia nella seconda metà del XIX secolo.
Molte le sorprese che Appignano riserva ai suoi visitatori. Tra esse, Villa Tusculano, simbolo della località e monumento importante per la storia e lo stile architettonico, fatta costruire in epoca napoleonica dal conte Leopoldo Armaroli su progetto dell’architetto bolognese Giuseppe Nadi.
Merita una visita anche il Convento di Forano, le cui origini non sono ben documentate ma che è protagonista di un affascinante racconto. La storia vuole infatti che intorno al 1215 San Francesco giunse proprio nella selva di Forano e qui si fermò a lungo. Un appuntamento importante è la nota celebrazione annuale del “Perdono di Assisi” per dare a tutti i fedeli la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione e che avviene solo il primo e il secondo giorno di agosto.
Un altro affascinante racconto riguarda la Madonna dell’Addolorata, che era venerata ad Appignano già nel 1550, quando il Consiglio deliberò la riparazione di un’edicola dedicata alla Santa Madre.
Essa venne però ricostruita nel 1746 nel quartiere di Santa Croce, perché in pessime condizioni.
Grazie alle continue offerte lasciate per l’immagine miracolosa fu possibile costruire, al posto dell’edicola,– la chiesa dell’Addolorata, – i cui lavori durarono dal 1841 al 1859. Quest’ultima, fortemente voluta sia dalla popolazione che dalle autorità civili, rappresenta idealmente il santuario del paese.
Di notevole impatto è inoltre la Chiesa di San Giovanni Battista. Questa è stata rinnovata nel Settecento e presenta oggi una pianta longitudinale con una navata unica ed un importante portale in pietra che si evidenzia per le forme arrotondate del timpano e per il cartiglio barocco. Emblematico, e decisamente suggestivo, il suo campanile gotico.
Da visitare è il Palazzo Comunale, costruito nel 1790, su progetto dall’architetto Mattia Capponi di Cupramontana, che presenta una facciata con tre archi e due nicchie che danno accesso ad un porticato a crociera. Al suo interno è possibile visitare una mostra permanente della ceramica della tradizione locale e opere moderne in ceramica realizzate da artisti contemporanei di fama internazionele.
Altre due sono le tappe da non perdere, una è la visita presso la Scuola Comunale di Ceramica, gestita dall’associazione MAV, che organizza corsi di foggiatura al tornio, corsi per la decorazione delle ceramiche, esperienze al tornio per turisti e scolaresche; l’altra è la visita all’Area Museale “La stanza del Telaio” con oggetti e strumenti tradizionali del 1700 e 1800 per la lavorazione della fibra al filo. Laboratorio di tessitura macramè, attività di formazione per bambini e adulti ed esperienze al telaio per turisti e scolaresche.
Appignano, però, non è nota semplicemente per le sue bellezze architettoniche, e per la produzione di ceramica e mobili; il paese è infatti patria di un’importante evento volto alla valorizzazione dei piatti poveri della tradizione marchigiana: Leguminaria.
Ogni anno, il terzo week-end di ottobre, il borgo si anima con gli appuntamenti di questa manifestazione culturale ed eno-gastronomica che porta sul posto visitatori da tutta Italia e da tutta Europa. Da Sedici anni Leguminaria promuove la qualità di piatti ricchissimi di proprietà nutritive e di gusto; e delle materie prime protagoniste assolute delle eccellenze della cucina tipica locale: ceci, fagioli, lenticchie.
Appignano infine riserva sorprese anche d’estate. Il paese infatti si anima con il Cineforum Sotto le Stelle, con la Rassegna Teatrale Dialettale, con il Palio della Brocca d’Oro e con Le Notti di Bellente il Brigante, dedicate a Pietro Masi, detto appunto Bellente, figura ormai ben radicata nella storia culturale della provincia maceratese. Questa iniziativa caratterizza tre serate nel centro storico di Appignano con spettacoli teatrali itineranti e cena a tema: nell’ambito dell’evento, il fascino del giovane ribelle, disertore e brigante, viene riproposto con piccoli spaccati della sua storia di adolescente, giovane e poi brigante. Accanto a Pietro Masi prendono vita le figure della sua famiglia, gli amici, le donne e i compagni briganti che lo accompagnarono.