Lasciato il Lazio, entriamo in Toscana attraversando magnifici paesaggi di Maremma ed entra nel “triangolo del tufo”, una zona ad altissima concentrazione di importanti testimonianze etrusche. Avremo tutto il tempo per visitare l’interessante insediamento rupestre di Vitozza, raggiungibile da San Quirico con una breve, piacevolissima passeggiata nel bosco, prima di raggiungere Sorano.

Insediamento rupestre di Vitozza

È un vasto complesso di oltre duecento grotte scavate nel tufo di un isolato costone roccioso, tra fitti boschi. La rupe fu abitata fin dalla protostoria, quando vennero realizzate le prime abitazioni, cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, pozzi e primitive opere di canalizzazione. Vitozza ebbe nuovo impulso a partire dall’XI secolo, quando le primitive abitazioni, i magazzini, i ripari per gli animali diedero origine a un vasto insediamento medievale. Di questo periodo restano tracce in un torrione circolare, ciò che resta del castello degli Aldobrandeschi; e nei ruderi della Chiesaccia, un tempo la più importante di Vitozza. A partire dal Cinquecento, l’insediamento subì un progressivo spopolamento verso il vicino centro di San Quirico, e fu abbandonato definitivamente alla fine del Settecento. Per chi abbia spirito di avventura (e buon senso dell’orientamento), dall’area di sant’Angiolino un sentiero, ripido e non attrezzato, scende alle sorgenti del torrente Lente: l’ambiente naturale di eccezionale bellezza rende la visita suggestiva.

Sorano

Il primo paese che s’incontra nella “triade” delle città del tufo, sorge in una splendida area montuosa ricca di foreste. Il borgo medievale è abbarbicato su una scoscesa rupe tufacea, il masso Leopoldino, in posizione dominante sopra la valle del torrente Lente. Caratteristiche sono le cosiddette case-torri con sviluppo verticale, le strade tortuose e ripide, gli slarghi, i vicoletti, le scalinate, i cunicoli che s’insinuano nel cuore del masso per decine di metri. Il quartiere è molto suggestivo, e una terrazza sulla sommità dello sperone roccioso consente eccezionali vedute su Sorano, le gole vulcaniche e la valle del Lente.

Nella parte alta del paese si trova l’imponente fortezza Orsini, un grandioso esempio di architettura militare del Rinascimento. All’interno, è ospitato il Museo comunale di Sorano, che espone numerosi esemplari di ceramiche, da quelle trecentesche fino alle rinascimentali. La chiesa di San Nicola risale all’XI secolo, ma gli elementi romanici vennero quasi del tutto cancellati dai restauri del Sette-Ottocento. All’interno sono custodite le reliquie di Santa Felicissima, un tempo patrona del paese; nei sotterranei c’è un’antica necropoli, e ciò ha fatto pensare che il luogo fosse considerato sacro prima dell’era cristiana. Sorano, situato sulle principali vie d’accesso alla valle del Fiora e al territorio senese, nel corso dei secoli si trovò ripetutamente al centro di contese, assedi e guerre: ciò gli diede il curioso appellativo di “zolfanello d’Italia”.