La quinta tappa del C2C, che ci porterà a Pioraco, è uno splendido percorso di montagna, che ci sorprenderà per la natura, i magnifici panorami, gli eremi, i deliziosi borghi.
Poco dopo aver lasciato San Severino entriamo nella valle dei Grilli, una spettacolare gola che si restringe progressivamente man mano che ci avviciniamo alle Grotte di Sant’Eustachio, uno dei più antichi monasteri della regione. Un’oasi di pace, verde e frescura entro cui scorre il fosso di Sant’Eustachio.

Discesi verso Pioraco, da aprile a settembre, è possibile raggiungere il paese percorrendo il sentiero “Li Vurgacci”; un magnifico percorso, che risale il fiume Potenza nel punto più spettacolare del suo corso, interamente nel bosco e perfettamente mantenuto. Per quasi un chilometro osserveremo cascate, fosse e forre create dall’erosione, insieme a resti di età romana e curiosi “mostri”, sculture create nella roccia che danno al luogo un tocco ancor più “magico”.

Variante per Camerino

Da San Severino, anziché puntare direttamente su Pioraco, potremo seguire un’interessante variante che ci porterà a Camerino. La cittadina, una delle più interessanti delle Marche, stenta a riprendersi dalle conseguenze del terremoto del 2016 e il turismo è al collasso. Visitare Camerino, o ancor meglio sostarvi una notte, può contribuire alla ripresa della normalità. I suoi abitanti sono molto accoglienti, Camerino vi rimarrà nel cuore.
Lungo il percorso, incontreremo dapprima il convento di Renacavata, da dove prese origine l’Ordine dei Cappuccini. Infatti nel 1528 qui si ritirarono due frati, Ludovico e Raffaele da Fossombrone, desiderosi di condurre una vita più conforme alla Regola e allo spirito di san Francesco, e seguire l’ispirazione “eremitica” improntata ai primitivi modelli francescani. Nascevano così i “frati minori della vita eremitica”, poi ribattezzati col nome “cappuccini” per via del loro cappuccio a punta, che in brevissimo tempo si diffusero in tutto il mondo.
Poi proseguiremo per Camerino, splendida città ai piedi dei monti Sibillini che vanta numerosi motivi d’interesse. Purtroppo, dopo il terremoto del 2016, i principali monumenti (duomo, palazzo arcivescovile e dell’università, musei civici) non sono visitabili. Per farsi un’idea della magnificenza del centro storico com’era prima del terremoto, si può raggiungere piazza Cavour su cui s’affaccia il duomo, con al centro una statua di Sisto V: non potremo restare indifferenti a quegli splendidi edifici avvolti nel silenzio, che ci auspichiamo possano ritornare al più presto all’antico splendore. L’augurio per Camerino è che possa riprendersi al più presto, anche grazie alla presenza crescente dei coaster!!!

Pioraco

Sorge in incredibile posizione, a cavallo di due versanti montuosi che si affacciano in una gola profonda entro cui si riversano le acque del Potenza. Qui, una natura straordinaria è accompagnata dai segni di una grande storia. Il suo antico nome, Prolaqueum, significa “vicino al lago”: la valle infatti, fino al XV secolo era occupata da due bacini lacustri, cosa che ha permesso lo sviluppo dell’attività cartiera, tutt’oggi presente. Pioraco fu fondata intorno al 215 a.C. come statio, stazione militare sulla via per Nocera.

La più suggestiva testimonianza del periodo romano è il ponte Marmone, del II secolo a.C. Nel Medioevo, Pioraco vide passare longobardi e forse anche bizantini, ottoni e svevi. Nel Duecento divenne un castello fortificato. Al XIV secolo risale il complesso della chiesa di San Francesco, con l’adiacente chiostro e il convento. La pieve di San Vittorino venne costruita sopra i resti di un tempio pagano. A valle del paese, lungo il Potenza, si trova la chiesa del Santissimo Crocifisso, del XIV secolo in stile gotico-lombardo. La Madonna della Grotta, edificata nel XVI secolo, incastonata nella roccia di una montagna a strapiombo, ha al suo interno una grotta naturale che fungeva da antico romitorio cristiano, e forse in epoca romana vi si adorava la dea Flora.

Grazie all’abbondante presenza d’acqua, nel Medioevo si svilupparono le cartiere, che arrivarono a essere una decina nel Cinquecento, e che andarono in declino nel Settecento a causa della mancanza di materie prime e per le restrizioni imposte da Napoleone, al punto che oggi ne è rimasta soltanto una. Nel complesso di San Francesco è stato allestito l’interessante Museo della carta e della filigrana.

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